Relazione incontro Bazzocchi LICEO COPERNICO

Marco Antonio Bazzocchi, La poesia di Pier Paolo Pasolini 

Resoconto di Alessandro Condello, Eleonora Galletti, Camilla Mercanti, Giulia Rizzi, Sara Strazzari, Giulia Venturoli ,  5I Liceo Copernico


L’umanità fuori dalla Storia di Pier Paolo Pasolini


Mercoledì 20 Gennaio 2016  Marco Antonio Bazzocchi, Professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea all'Università di Bologna, ha tenuto una conferenza presso il Liceo  Copernico di Bologna intitolata La poesia di Pier Paolo Pasolini.
L’incontro, avvenuto davanti ad una affollatissima platea di studenti e docenti di vari licei bolognesi, si è incentrato sull'analisi di una poesia scelta dal professore stesso, intitolata  Correvo nel crepuscolo fangoso,  dalla raccolta Diari 1943-1953.

Il professor Bazzocchi ha iniziato la lezione facendo una breve introduzione sugli eventi che hanno portato il poeta alla stesura del componimento. Nel corso degli anni '50 la vita di Pasolini subì infatti uno sconvolgimento decisivo per la sua carriera: mentre insegnava in una piccola scuola del paese friulano di Valvasone, venne denunciato per atti osceni in luogo pubblico per essersi appartato con alcuni suoi alunni durante una festa del paese. Questo avvenimento suscitò grande scalpore in tutto il paese e provocò gravi conseguenze, quali l'espulsione dal Partito Comunista e l'impossibilità di continuare a insegnare. Per questi motivi egli decise con la madre di scappare dall'ambiente friulano e trovare fortuna a Roma; qui entrò in contatto con la realtà delle borgate romane, da cui nascerà una passione per il mondo del sottoproletariato e per il dialetto locale, grazie al quale riuscirà a ricevere attenzioni anche dai più grandi registi del cinema italiano.

Pasolini, al momento della stesura della poesia presentata dal professor Bazzocchi, si trovava ad affrontare il problema della lingua, che lo avrebbe tormentato per tutto il corso della sua vita: abbandonata la lingua  leopardiana, utilizzata nelle sue precedenti opere, decide ora di guardare alla tradizione letteraria di Carducci e Pascoli. In questo poemetto viene testato per la prima volta lo stile che adotterà in seguito nella raccolta Le ceneri di Gramsci : la sua è una poesia che, invece di esprimere la condizione esistenziale del poeta, vuole parlare di un sé che entra in rapporto con un mondo che va al di là del soggetto stesso.

La poesia si apre con un soggetto in movimento, immagine resa dal verbo “correvo” all'inizio della prima strofa; attraverso l'utilizzo di numerosi indicatori spaziali viene descritto uno sfondo non paesaggistico, bensì metropolitano. Caratteristico di questa prima strofa è il rilievo dato ai nessi tra aggettivo e sostantivo, spesso utilizzati in coppia, che danno sfumature particolari al loro significato: ne sono un esempio espressioni come “crepuscolo fangoso” e “scali sconvolti”. L'autore descrive l'ambiente come una “stinta metropoli”, un mondo fatto di oggetti che sta perdendo colore e privo di vita e di umanità, come suggerisce l'aggettivo “mute” riferito alle impalcature, sulle quali infatti nessuno sta lavorando.

Nella seconda strofa cominciano invece ad emergere i primi segni dell'attività umana, con le immagini di “file di ciclisti” e “camion di legname”, nonché con la presenza dell'asfalto che simbolizza la modernizzazione e la vita umana; è però un asfalto scalzato e invecchiato, che sembra adeguarsi anch'esso allo squallore del paesaggio. Interessante è il paradosso “centri di sobborghi”, poiché nonostante i sobborghi siano per definizione aree periferiche gli abitanti hanno in esse individuato dei centri, nei quali però non si riesce ad identificare l'umanità che li vive.

Questa vita non identificata si collega al “febbrile silenzio”, presente nella terza strofa, dietro al quale essa è celata e non viene esplicitata, in una rappresentazione non armonica della realtà. A metà della terza strofa si apre poi una nuova realtà, che non è più riferita a un centro, bensì a una periferia: l'asfalto da scalzato diventa blu, colore della dimensione poetica dell'esistenza. In questo nuovo ambiente si può finalmente percepire la vita che esce da “le finestre ancora aperte”; a questo mondo non appartengono però gli uomini adulti e i padri, sono voci di “vecchie donne” e di ragazzi, che sottolineano la predilezione del poeta per la maternità e l'adolescenza. Questa è infatti l'esperienza di un paese friulano trapiantato nella periferia urbana.

Tale umanità trova infine il suo massimo compimento nei versi “Tutto era umano,/in quella strada, e gli uomini vi stavano/aggrappati, dai vani al marciapiede/ coi loro stracci, le loro luci…”. Questo nucleo ideologico della lirica si basa sull'opposizione tra due parole chiave: “stracci,” termine che evidenzia un’umanità negativa e appartenente ad una sfera sociale bassa, e “luci”, che al contrario rimanda simbolicamente a una dimensione alta. Il dubbio che tormenta l'autore è se esista un rapporto tra gli elementi di tale opposizione: esiste una sacralità in ciò che è umile? Qui emerge già il pensiero che verrà maturato da Pasolini tra gli anni '50 e '60, ovvero il fatto che esista una forza spirituale nel mondo più basso, vero portatore di umiltà.

Infine, troviamo un’ulteriore antitesi tra gli uomini che vivono secondo le regole dello “Stato” e questa umanità “miserabile” che appare al poeta “accampata” in un aggregato  casuale. Da ciò si evince dunque il messaggio della poesia: nella sua corsa Pasolini ha trovato una forma di vita diversa dalle altre, ma dalla cui “confusa sosta”, non necessaria e inconsapevole, è attratto. Riprendendo la prima parola della poesia, la corsa risulta essere quindi l'apertura di Pasolini a questa realtà. Il poeta, conclude il professor Bazzocchi, è attirato in maniera profondamente passionale da una realtà alla quale è estraneo e alla quale sa di non potere mai appartenere; questa è una forma di vita destinata al sacrificio e che non vincerà mai nella Storia, ma che proprio per questo motivo sarà d’ora in avanti oggetto del suo interesse.



Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.