venerdì 22 gennaio 2016

Tre Testi per l'incontro di Matteo Marchesini "Pasolini e i giovani" (23 gennaio Liceo da Vinci; 16 febbraio liceo Galvani)


  • II PCI ai giovani! "L’Espresso", 16 giugno 1968
  • Contro i capelli lunghi  “Corriere della Sera”, 7 gennaio 1973
  • I giovani infelicigennaio 1975



domenica 17 gennaio 2016

P P P "Correvo nel crepuscolo fangoso"

Pier Paolo Pasolini, "Correvo nel crepuscolo fangoso" dai Diari 1943/1954. Poesia con letteratura in Tutte le poesie, Mondadori 2013
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Correvo nel crepuscolo fangoso,
dietro a scali sconvolti, a mute
impalcature, tra rioni bagnati
nell'odore del ferro, degli stracci
riscaldati, che dentro una crosta
di polvere, tra casupole di latta
e scoli, inalzavano pareti
recenti e ormai scrostate, contro un fondo
di stinta metropoli.

                           Sull'asfalto
 scalzato, tra i peli di un'erba acre
di escrementi e spianate
nere di fango - che la pioggia scavava
in infetti tepori - le dirotte
file di ciclisti, dei rantolanti
camion di legname, si sperdevano
di tanto in tanto, in centri di sobborghi
dove già qualche bar aveva cerchi
di bianchi lumi, e sotto la liscia
parete di una chiesa si stendevano,
viziosi, i giovani.

                   Intorno ai grattacieli
popolari, già vecchi, i marci orti
e le fabbriche irte di gru ferme
stagnavano in un febbrile silenzio;
ma un po' fuori dal centro rischiarato,
al fianco di quel silenzio, una strada
blu d'asfalto pareva tutta immersa
in una vita immemore ed intensa
quanto antica. Benché radi, brillavano
i fanali d'una stridula luce,
e le finestre ancora aperte erano
bianche di panni stesi, palpitanti
di voci interne. Alle soglie sedute
stavano le vecchie donne, e limpidi
nelle tute o nei calzoncini quasi
di festa, scherzavano i ragazzi,
ma abbracciati fra loro, con compagne
di loro più precoci.

                            Tutto era umano,
in quella strada, e gli uomini vi stavano
aggrappati, dai vani al marciapiede,
coi loro stracci, le loro luci...

Sembrava che fino a dentro l'intima
e miserabile sua abitazione, l'uomo fosse
solo accampato, come un'altra razza,
e attaccato a questo suo rione
dentro il vespro unto e polveroso,
non fosse Stato il suo, ma confusa
 sosta.

Tuttavia chi passava e guardava 
privo dell'innocente necessità
cercava, estraneo, una comunione,
almeno nella festa del passare e del guardare.
Non c'era intorno che la vita: ma in quel morto
mondo, per lui, ricominciava la Realtà. 





Su questa poesia si centrerà l'intervento di Marco Antonio Bazzocchi mercoledì 20 gennaio ore 15 Liceo Copernico Bologna

giovedì 14 gennaio 2016

giovedì 7 gennaio 2016

Biografia di PPP

Marco Antonio Bazzocchi, Pier Paolo Pasolini, Bruno Mondadori 1998

Anteprima di alcune pagine su Google Books