"Sostiene Pierpaolo": a Bologna gli studenti tengono un convegno e un blog su Pasolini

I ragazzi sul
palco, come veri esperti, i prof in platea: è il progetto che ha portato
trecento liceali a studiare l'intellettuale
di ILARIA VENTURI
Giacomo e Luca salgono sul
palco e cominciano a raccontare del rapporto esclusivo e totalizzante
che Pasolini aveva con la madre e del suo "odio per il mondo borghese".
In platea i professori e trecento studenti degli ultimi anni dei licei.
Stavolta a tenere un convegno su Pier Paolo Pasolini, a raccontare
l'intellettuale e l'artista a 40 anni dalla sua scomparsa, sono loro:
gli studenti. Sicuri come veri esperti, convincenti, profondi nelle
analisi. Il convegno promosso dai ragazzi delle scuole Copernico,
Galvani e Da Vinci, si è tenuto al teatro comunale “Laura Betti” di
Casalecchio. “In un futuro aprile” è il titolo scelto dagli studenti che
per mesi a scuola hanno lavorato su Pasolini confrontandosi con gli
studiosi, leggendo i suoi libri, guardando i suoi film. E poi hanno
organizzato il dibattito pubblico, con tanto di comitato promotore,
locandine e inviti. E un blog, "Sostiene Pierpaolo", dove sono
disponibili tutti i materiali prodotti, dalle relazioni ai video.
E' qualcosa di più di un'interrogazione, “è fare scuola in altro modo,
studiare così è diverso”, spiega Magda Indiveri, docente di italiano e
latino al Galvani, tra le insegnanti promotrici del progetto insieme a
Tiziana Borgognoni, Rossella D’Alfonso, Benedetta Nanni, Simone
Brunetti, Claudia Colombo, Paola Gondoni, Giacomo Ciacci, Gabriella
Mastrone, Irene Scaravelli, Paola Maria Traversa. Undici classi
coinvolte per un progetto del Ministero all'Istruzione, che ha
finanziato l'iniziativa in rete tra più scuole. Si scardina così
l'ordine normale delle lezioni, spiegano i docenti, si dà spazio a un
autore e lo si fa uscire dalla "noia" del programma scolastico, anche
per affinità o per pura passione. Al Copernico c'è la prof che adora il
più difficile teatro di Pasolini e fa leggere Pilade alla classe; al
Galvani la presenza dello scrittore adolescente ha influenzato la scelta
di raccontare il Pasolini giovane; al Da Vinci i più creativi hanno
scelto di fare letture teatrali o interviste in diretta
“Libertà, indipendenza: in questo ho trovato Pasolini vicino al mio modo
di essere nella società”, spiega Benedetta Neri della IV G del Galvani.
Qui gli studenti si sono divisi i compiti: chi ha fatto un video, chi
ha preparato le relazioni per raccontare gli anni vissuti da Pasolini
nel loro liceo, per andare a ritrovare voti e pagelle. Gli studenti del
Da Vinci hanno messo in scena, al convegno, il processo a Pasolini su
"Ragazzi di vita". "Io ho fatto la parte di Carlo Bo che sosteneva
Pasolini: quel libro è una grande opera che non ha nulla di osceno",
racconta Omarina Khlifi della quinta A. "Noi siamo abituati a ben di
peggio", sorridono le compagne. Lorenzo Vezzali del Copernico racconta l'approfondimento fatto sulle periferie di Roma
secondo Pasolini: "Abbiamo spiegato cosa lui vedeva, come le viveva".
Morale della storia? "Forse - azzarda Magda Indiveri - anche la scuola
ha voce in capitolo nella programmazione culturale di una città, è
pronta a partecipare attivamente, coltivando teste pensanti e attente a
quel che avviene, dando un contributo in termini di lavoro
intellettuale".